Storia

La terra, su cui doveva sorgere Cervino, faceva parte di un’altra più vasta, in cui si perdeva come un punto in
un grande spazio: Suessola.
Città antichissima degli Osci, posta tra i confini della Campania Felice, che estendeva il suo dominio dai
Monti di Arienzo al Carmiano e dai Monti Tifata al Melfiti.
Si poteva dividere in due zone: la zona bassa e piana, da Cancello al Melfiti; la zona alta e montagnosa, dai
Monti d’Arienzo al Carmiano.
Distrutta dai Saraceni senza speranza di risorgimento, la zona piana, per la vicinanza che facilitava la cura
delle anime, fu annessa alla Diocesi di Acerra; la zona alta fu annessa alla Diocesi di S. Agata dei Goti.
Il territorio, che un giorno avrebbe preso il nome di Cevino, per la detta ragione della vicinanza, fu attribuito
alla Diocesi di Caserta.
Verso l’occidente, ai confini del territorio di Cervino con Maddaloni, il Tifata, piegando e diramandosi verso
la via Appia con il nome di Montedecoro, forma quel l’angolo ristretto e morto, che si chiama Carmiano.
Si adagia della sua culla morbida e profumata di erbe odorose, ricca di castagni, di aranci, ciliegi ed altri
frutti.
Cervino sorse tra il 970 ed il 1113. Difatti, nel 970 l’Arcivescovo di Benevento, Landulfo, circoscrivendo la
Diocesi di Sant’Agata dei Goti al Vescovo Madelfrido, diceva: «Indegne progreditur in strata quae dicitur a
Benevento in Capua, ab acque itaque stata rursum protenditur in monte Magdaluni».
Si descrive, in tal modo, il confine che, risalendo dalla via Appia, volta indietro (rursùs)appunto a quel monte
(Cariano), che era sul confine della stessa.
Salta subito all’occhio (ictu oculi) il fatto che l’Arcivescovo, parlando del Carmiano, non fa il nome di
Cervino, ma ricorre ad una perifrasi (protenditur in Monte Magdaluni).
La risposta è dovuta al fatto che Cervino allora, come paese, non esisteva e non poteva portarne il nome.
Cervino, quindi, nel 970 non esisteva.
Nel 1113, Senne, Arcivescovo di Capua e delegato apostolico, descrivendo la Diocesi di Caserta al Vescovo
Rainulfo, enumera le 25 Chiese, poste nel territorio di Maddaloni.
Secondo una tradizione, un piccolo numero di carbonari di Talanico si allontanò dalla propria sede in cerca
di pane e di lavoro. Dopo la distruzione di Suessola, erano riparati in Arienzo, dove la terra, ristretta nei suoi
confini, non bastava a nutrirli.
Allora, carbonai di mestiere, trovarono una forte attrattiva nella valle di Cervino selvatica e boscosa, la quale
forniva abbondanza di materiale per il loro lavoro. Un pò alla volta, vi si fermarono e, fatto lo spazio con il
taglio delle selve, cominciarono a spiegarvi le loro tende, a costruire le loro capanne, ad innalzare le prime
timide costruzioni, a piantarvi le loro case.
Il nome venne fuori come un prodotto spontaneo dell’ambiente locale.
Vi contribuirono i più disparati elementi: l’asperità delle selve popolate da animali; i monti circostanti con la
durezza delle pietre; l’aria pregna di idee e sentimenti cristiani, sotto un cielo grigio scurato da ricordi
pagani.
Più volte erano state avanzate pressanti istanze alle Autorita Superiori, con esito sempre negativo, per
l’opposizione del Comune dl Durazzano, che, con l’autonomia di Cervino, perdeva qualche cosa della sua
importanza.
Finalmente nel 1807 veniva firmato il decreto di costituzione di Cervino in Comune autonomo, distaccandosi
definitivamente da Durazzano.
La data viene rilevata da un inciso della relazione del Parroco Nuzzomauro circa la sua gestione e che dice
testualmente: «Questa Parrocchia dal 1807 in quà epoca in cui sì ottenne la divisione di questo Comune da
quello di Durazzano».
Il Municipio di Cervino, fino al 1959, non ebbe mai casa propria non ebbe mai una fissa dimora nel paese,
trasferendosi cronologi~amente in sei edifici privati.
Nell’Archivio di Stato di Caserta si conservano note di richieste inoltrate all’Intendente della Provincia di
Terra di Lavoro per l’istituzione del nuovo Comune, sia da parte degli abitanti di Cervino, staccandosi
ovviamente ed in tal modo da Durazzano, e sia dagli abitanti di Forchia e le due frazioni, che all’epoca
contavano assieme circa 1.600 residenti.
Si comprese che due piccoli Comuni, Cervino e Forchia, avrebbero avuto vita misera e grama e così si
decisero di unirsi e costituire un sol Comune con il nome di Cervino «Concordia parvae res crescunt».